Italmondo: Per un bicchier di vino
di Luciana Mella
Insieme a cibo, indumenti e ricordi di famiglia gli emigranti misero in valigia anche tralci e talee della vite. Un pezzo di identità italiana che hanno saputo trapiantare in tutto il mondo.
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Anche i vitigni italiani sono in fuga
La presenza del vino sulle tavole italiane è una tradizione secolare, perpetuata non solo in Italia, ma anche all'estero. I nostri avi che lasciarono la Penisola per andare a cercare fortuna altrove non vollero infatti rinunciare a questa bevanda così radicata nella loro quotidianità. Tanto che fecero di tutto per poterne fruire anche a migliaia di chilometri da casa. Una determinazione davvero sui generis, che ha fatto sì che la tradizione vinicola italiana si sia diffusa su tutto il globo, giungendo persino a modificare paesaggisticamente le nuove regioni di coltura. Un fenomeno storico-sociale al quale è stato dedicato il libro “Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo” (ed. Bruno Mondadori, 2015), curato da Flavia Cristaldi e Delfina Licata. L'indagine promossa da più soggetti, l’Università La Sapienza di Roma, la Fondazione Migrantes e la Società Geografica Italiana, prende in esame 19 paesi, passati alla lente di ingrandimento da ventisei autori di diverse discipline, che hanno raccolto storie e testimonianze di famiglie e territori segnati dal vino.
Stand: 12.05.2015, 19.40 Uhr
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