Pagine scelte Cattivi

di Cristina Giordano

Guardie e detenuti osservati come se fossero animali da laboratorio. Angosce, tormenti e solitudini vissute in un carcere. Il romanzo di Maurizio Torchio.


Der Roman "Cattivi"
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La copertina del romanzo

"Ti ricordano sempre per la cosa peggiore che hai fatto. Un istante dà il nome a tutta la tua vita". È questo il destino dei detenuti percepito dal protagonista di "Cattivi" (Einaudi), romanzo di Maurizio Torchio. Il protagonista è finito in carcere per una storia di sequestri ed è stato mandato in cella d''isolamento per aver ucciso una guardia carceraria con 35 coltellate. Rinchiuso in questo buco, costretto al buio o alla luce continua, privato di ogni senso del pudore, il protagonista racconta le sue angosce, le sue paure e quelle di chi, come lui, è rinchiuso in prigione.


Maurizio Torchio
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Ma il suo sguardo si posa anche sulle storie delle guardie, accomunate, in fondo, dalla stessa solitudine e dalla stessa disperazione. Perché in questo romanzo entrambi, detenuti e guardie, sembrano animali da laboratorio, costretti alla cattività, e osservati scientificamente. "Cattivi" non è un classico romanzo di denuncia della situazione carceraria, quanto piuttosto un romanzo d’introspezione. Una storia per stomaci forti, perché l'immedesimazione con il senso di oppressione e soffocamento vissuti dal narratore è pressoché totale. Il torinese Maurizio Torchio ha pubblicato il romanzo "Piccoli animali" e la raccolta di racconti "Tecnologie affettive", e lavora al Centro storico della Fiat.


Stand: 03.09.2015, 19.45 Uhr