Pagine scelte: Ciò che inferno non è
di Cristina Giordano
Romanzo dedicato a Don Pino Puglisi, che strappò i futuri boss alla mafia. E ai suoi assassini regalò un sorriso. Di Alessandro D’Avenia.
-
Bild 1 vergrößern
+
La copertina del romanzo
Palermo nel 1993 è una città dai due volti, “il paradiso su una strada, l’inferno girato l’angolo”. Federico è un diciassette diligente, amante della letteratura e della poesia, legge e rilegge soprattutto Petrarca. Il liceo è finito, ed è in procinto di partire per l’Inghilterra, ad Oxford. Ama la sua città Federico, eppure non ha mai visto Brancaccio, quartiere lasciato in mano alla mafia, dove manca il lavoro e i bambini sono “randagi senza meta”. Don Pino Puglisi se ne prende cura: gioca con loro a calcio, insegna loro l’amore per lo studio e la capacità a coltivare sogni ambiziosi. Ma non è un compito facile, e cerca in Federico un volontario pronto ad aiutarlo.
-
Bild 2 vergrößern
+
Alessandro D'Avenia
Così quell’estate Federico butterà all’aria tutti i suoi piani, per dedicarsi anima e corpo a questa nuova missione. “Ciò che inferno non è” (Mondadori) è un romanzo straripante di commozione, e non a caso. “C’è stato un profondo momento di commozione, quando ho incontrato sulla mia strada quest’uomo” ci racconta Alessandro D’Avenia, oggi professore in un liceo milanese, “perché era il professore di religione della scuola che frequentavo quando avevo 16-17 anni”. Sorrideva sempre Don Pino Puglisi quando passeggiava nei corridoi e i ragazzi lo fermavano per fargli quella domanda di cui tanto si vergognavano in classe. L’ultimo sorriso Don Pino Puglisi lo ha regalato ai suoi assassini, il 15 settembre del 1993, il giorno del suo compleanno.
Stand: 05.03.2015, 19.30 Uhr
Seite teilen
Über Social Media