Pagine scelte: Contrada Armacà
di Cristina Giordano
Due investigatori strampalati coinvolti in un caso più grande di loro. Giallo-inchiesta di Gianfrancesco Turano che svela la complessa struttura della ‘ndrangheta, ormai tutt'uno con la massoneria.
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La copertina del libro
L’omicidio di Rosario Laganà, parrucchiere a Reggio Calabria, e il finto suicidio di una collaboratrice fidata del sindaco, riportano a galla la voglia di vendetta di Dimitri Malara, professore di educazione fisica in pensione. Malara anni addietro ha perso un figlio quindicenne, ucciso per mano della ‘ndrangheta. Ora vuole scoprire chi ha premuto il grilletto e chiede aiuto a Fortunato Amato, suo ex studente, avvocato fallito e ora imprenditore di sé stesso, produttore di film e album fotografici per nozze, battesimi e cresime, anche per i figli dei boss. Una coppia “donchischiottesca” come l’ha definita l’autore, Gianfrancesco Turano, coinvolta in un caso più grande di lei.
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Gianfrancesco Turano
Parallelo è il racconto di un capo-crimine, che svela come ha costruito il suo impero, partendo da Contrada Armacà, la zona di confine tra la periferia nord di Reggio Calabria e l’epicentro della ‘ndrangheta reggina, il quartiere Archi. Gianfrancesco Turano, giornalista e autore di inchieste sulla ‘ndrangheta costruisce questo romanzo sulla sua profonda conoscenza del fenomeno mafioso calabrese. Ma se il giallo fa acqua, "Contrada Armacà" (Chiarelettere) si rivela un ottimo libro per addentrarsi nell’intricata struttura della ‘ndrangheta, confluita – come sostiene Turano, nella massoneria. Da leggere come se fosse un saggio.
Stand: 06.08.2015, 19.19 Uhr
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