Pagine scelte: Numero zero
di Cristina Giordano
Una neo-redazione alle prese con la realizzazione di un mensile, che non vedrà mai la luce. La deriva collettiva nell’Italia del 1992, raccontata da Umberto Eco.
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Umberto Eco
Un nuovo mensile intitolato Domani, promette di svelare verità scomode e notizie nascoste nelle pieghe dei salotti buoni. La strampalata redazione, composta da una collaboratrice di una rivista di gossip, un giornalista di nera, un esperto di complotti e chi si è fatto le ossa sui settimanali di enigmistica, è guidata da Simei, redattore senza scrupoli. Simei coinvolge in questa impresa, anche Colonna, scrittore fallito e ghostwriter, chiamato a scrivere le sue memorie e di fatto il narratore del romanzo. L’obiettivo di questo ambizioso progetto editoriale, finanziato dal commendatore Vimercate (proprietario di tv, che ricorda vagamente Berlusconi - anche se Eco specifica „di Vimercate ce ne sono tanti“), è quello di realizzare dei „numeri zero“.
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La copertina del libro
Numeri cioè che non usciranno mai in edicola, ma utili a ricattare i piani alti di politica e finanza, interessati a non far scoppiare scandali. Umberto Eco, per questo suo ultimo romanzo, uscito da qualche giorno anche in tedesco („Null Nummer“, Hanser Verlag) si è ispirato alla vicenda Pecorelli, che negli anni 70 redigeva un bollettino, contentene allusioni a intrighi e complotti, utile solo a estorcere del denaro ai politici. Estremamente diverso dai suoi precedenti romanzi storici, qui l’autore di „Il pendolo di Foucault“ e de „Il cimitero di Praga“ si diverte a raffigurare una grottesca parodia del giornalismo e dell’Italia alle prese con una vertiginosa „deriva collettiva“. L’intervista originale a Umberto Eco è di Tilman Kleinjung (ARD).
Stand: 01.10.2015, 19.05 Uhr
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