Zapping "Non sono un highlander"

di Cristina Giordano

Lo scalatore da record Simone Moro sulle sue spedizioni, tra attese in tenda, tortellini e docce a -52 gradi. Ma la vera vetta è il ritorno a casa.


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Simone Moro sul Nanga Parbat

Cosa si prova a scalare 8.000 metri sfidando bufere e temperature polari che possono arrivare ai -52 gradi? "Non ti senti un dominatore in cima al mondo, un uomo invincibile, un highlander. Ti senti un puntino fragilissimo". È quanto afferma Simone Moro, bergamasco, classe 1967, l'unico italiano ad aver scalato per quattro volte l'Everest, e ad aver toccato (nel 2011) il K4, vetta della catena montuosa del Karakorum, tra Pakistan e Cina, in pieno inverno. Ma la vera vetta è il ritorno a casa, aggiunge, sano e salvo. Si è scelto un mestiere rischioso? "I limiti come la paura sono il contachilometri della nostra sopravvivenza", prosegue Simone Moro ai microfoni di Cristina Giordano, "quel contachilometri va rispettato". Nel servizio, lo scalatore bergamasco racconta anche la sua prima scalata "sui tubi del gas" a 11 anni, a Bergamo, e la routine della spedizione, tra attese in tenda, docce glaciali, e tortellini cucinati scaldando la neve. Il suo ultimo libro si intitola "In ginocchio sulle ali. La passione per il volo, la missione di soccorso in quota: non voglio smettere di sognare" (Rizzoli). In questi giorni Simone Moro sta scalando il Manaslu in Nepal.


Stand: 25.02.2015, 19.10 Uhr