Il tema: Un muro di profughi
di Giulio Galoppo
Continua l’odissea dei profughi che approdano al “muro” ungherese. Oggi la polizia magiara ha chiuso la stazione centrale di Budapest, a causa dei tumulti.
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Migranti protestano nei dintorni della stazione di Budapest
“Colpa della Merkel”, tuona l’accusa del governo ungherese, che con la sospensione di Dublino per i profughi siriani avrebbe seminato confusione e creato false aspettative. I siriani infatti, rifacendosi a quanto detto dalla cancelliera tedesca, chiedono di poter entrare in Germania. Angela Merkel ha comunque immediatamente respinto le accuse al mittente: "Nessuna responsabilità". Durante il weekend la polizia non ha permesso di salire sui treni, ma a partire da domenica non ha posto più alcun ostacolo. A centinaia di migranti è stata concessa la facoltà di prendere i treni per la Germania senza porre alcuna richiesta di documenti. Le forze dell’ordine ungheresi non li hanno fermati. Tra domenica sera e martedì mattina, sono arrivati in Baviera oltre 2.500 richiedenti asilo. Budapest rimane, però, nel caos. Dopo la discussa scelta del premier Viktor Orban di erigere un “muro” a difesa dei confini, oggi la polizia ha deciso di chiudere la stazione principale di Budapest, impedendo, così, a migliaia di profughi di proseguire il proprio viaggio della speranza. Filippo Proietti ha intervistato Niccolò Zancan, inviato de La Stampa, che è stato a Horgos, ultimo paese serbo, al confine con l’Ungheria.
Stand: 01.09.2015, 19.55 Uhr
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